La grande, potente, la buona Ausiliatrice, protettrice insigne dei missionari, volle in questi giorni dimostrare la sua paterna miracolosa assistenza, infrangendo le diaboliche arti di Satana, re e padrone assoluto dei Kivari.
S’andava cautamente per un strettissimo sentiero inciso nella roccia, con un abisso orribile ad un lato, quando dal monte s’abbassa un indio con due cavalli e ci viene incontro.
Passa per primo l’instancabile e pratico missionario Ernesto Tettamanzi, ritirandosi un poco in disparte. Viene seconda l’intrepida ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor Carolina Mioletti; ma il suo cavallo si spaventa, si rizza in piedi, e durante questa manovra, il terreno cede.
Vedere la povera bestia cadere nel vuoto coll’intrepida suora che manda gemiti di soccorso, vederla rotolare per la rapidissima scarpata conducente a un spaventevolissimo abisso, fu un istante. Con fede intrepida s’invoca il nome dolcissimo della Madonna di Don Bosco: e il cavallo si libera dalla suora, e trova una grossa pietra d’appoggio e quivi tranquillamente s’arresta. La suora fa sforzi disperati per aggrapparsi ai cespugli; nella violenza della discesa ne sradica alcuni; ma, finalmente, s’ode la voce della vittoria del trionfo: « Mi sono aggrappata! mi sono aggrappata! » Sull’orlo dell’abisso, colle mani insanguinate, pallida, sorridente, sta afferrata a due robusti e pungenti rami. Si corre al difficile e pericoloso salvataggio, e poi, con uno sforzo sovrumano si riesce a risalire il sentiero della salvezza. Senz’indugio s’innalza una fervida prece di ringraziamento alla grande Ausiliatrice. Poteva essere una catastrofe: tutti i cavalli potevano spaventarsi e massacrarsi nella terribile gola: ma la Madonna vegliò e volle risparmiare le giovani energie, incamminate alla povera Missione dei Kivari.
Ausiliatrice potente, la vita che prodigiosamente ci conservasti possa essere tutta spesa nel far trionfare il tuo nome nelle foreste Amazzoniche.
Cuenca, 8 agosto 1923.
Sac. Dott. CARLO CRESPI, Missionario Salesiano.