(ANS – Legnano) – In occasione della 97ª Giornata Missionaria Mondiale, celebratasi domenica 22 ottobre 2023, la città di Legnano, alle porte di Milano, luogo natale del Venerabile salesiano don Carlo Crespi, ha voluto ricordare e proporre la testimonianza missionaria di questo suo illustre figlio. Nato nella cittadina lombarda il 29 maggio 1891, Carlo Crespi ha maturato la sua vocazione salesiana e missionaria che lo portò 100 anni fa, nel 1923, in Ecuador, dove visse con impegno e massima intensità per sessant’anni la sua attività di missionario, scienziato, musico, apostolo dei poveri e della misericordia.
Per celebrare la Venerabilità di don Carlo Crespi, dichiarata da Papa Francesco lo scorso 23 marzo, l’associazione a lui intitolata e le parrocchie cittadine di Legnano hanno proposto tre giorni di iniziative.
Nella serata di venerdì 20 ottobre, nella basilica di San Magno, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, e Mariafrancesca Oggianu, curatrice della Positio, ne hanno rievocato la figura poliedrica di religioso ma anche di amante e promotore della cultura.
Sabato 21 il centro parrocchiale di San Magno ha allestito una mostra fotografica sulla sua vita.
Domenica 22, sempre nella basilica di San Magno, don Cameroni ha presieduto l’Eucarestia nel corso della quale è stato letto il Decreto di Venerabilità dal Sig. Carlo Riganti, Presidente dell’Associazione Carlo Crespi.
Nell’omelia don Pierluigi Cameroni, ispirandosi al messaggio del Papa per la 97ª Giornata Missionaria Mondiale ha presentato don Crespi come un missionario dal cuore ardente, in ascolto della voce di Dio che fin da ragazzo lo chiamò, attraverso un sogno rivelatore, verso terre lontane, che egli stesso raccontò: “Studiavo ancora al Collegio Sant’Ambrogio (di Milano). Mi ero appena addormentato e mi apparve in sogno la Vergine che mi mostrò una scena: da un lato, il demonio che voleva afferrarmi e trascinarmi; dall’altro, il Divin Redentore, con la croce, m’indicava un’altra via. Ero vestito da sacerdote e avevo la barba; stavo su un vecchio pulpito, attorno a me una moltitudine di persone desiderose di udire le mie parole. Il pulpito non si trovava in una chiesa, ma in una capanna”;
Al tempo stesso, don Cameroni ne ha sottolineato la capacità di ascolto della voce dei piccoli e dei poveri dei quali promosse la dignità con la forza dell’amore: “Don Crespi è un patriarca di Cuenca. Per molti è un santo. Per tutti, un sacerdote dal cuore grande, tenero e generoso. Quanti hanno beneficiato delle prime opere di questo seminatore di scuole, campi sportivi e refettori per i bambini poveri!”.
Ancora, don Crespi è stato ricordato come un missionario dagli occhi aperti nel contemplare la natura, soprattutto affascinato dalla bellezza e dai misteri della foresta amazzonica, come scrisse nelle sue lettere: “Come tante, tantissime volte, rapito nella sublime contemplazione della natura mi sono sentito schiacciato dall’Onnipotenza creatrice di Dio, umiliato innanzi alla vista di un mondo nuovo, ancora quasi completamente dalla scienza inesplorato”; nel contemplare il mistero eucaristico, sorgente della sua operosità e creatività apostolica: “La mia vita è ai piedi del Tabernacolo per ore intere e da lì viene la benedizione sopra queste opere, e il sacrificio continuo; ci sono carenze, ma Dio me le perdona”.
Infine, è stato sottolineato il suo essere un missionario dai piedi in cammino, come instancabile esploratore nella foresta amazzonica, per conoscere ed evangelizzare il popolo Shuar; e per le strade di Cuenca, per portare l’annuncio del Vangelo attraverso l’educazione dei piccoli e dei poveri. Bene illustrano la vita e la missione di don Carlo Crespi queste parole pronunciate in occasione della sua morte avvenuta a Cuenca il 30 aprile 1982: “Sempre con il sorriso da bambino sulle labbra; con i tuoi occhi vivaci mentre ballavi allegramente, con le dita della tua mano destra che sgranavano nervosamente le perle del tuo vecchio e consunto rosario. Tutta la tua vita è stata un inno di lode a Dio e di dedizione amorosa agli uomini! Eri contemplativo nell’agire, un monaco di Dio in mezzo al popolo peccatore”.
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